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Quale percentuale del nostro cervello utilizziamo per studiare? - tecniche studio

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DaCorsiOnline55

2024-12-31
Quale percentuale del nostro cervello utilizziamo per studiare? - tecniche studio


Quale percentuale del nostro cervello utilizziamo per studiare? - tecniche studio

Probabilmente avrete sentito dire che usiamo solo il 10% del nostro cervello. Si tratta di una delle falsità più diffuse sul cervello e, sebbene molti ci credano, vedrete questa affermazione fatta solo da non scienziati, come pubblicitari o pseudoscienziati. Non troverete nessun professionista della salute che la sostenga. Questa idea è diventata così popolare che alcuni sostengono di sapere come aumentare l'uso del cervello, basandosi sull'idea errata che il restante 90% del cervello sia "inattivo".

In questa lezione spiegheremo la verità dietro questo mito.

Il mito

Questo mito è spesso erroneamente attribuito ad Albert Einstein, anche se molto probabilmente è nato alla fine del XIX secolo, quando gli scienziati dell'epoca trovarono funzioni cognitive solo nel 10% del cervello. Si riteneva inoltre che questa piccola parte del cervello si attivasse solo in momenti specifici.

D'altra parte, i neuroni, le cellule cerebrali, rappresentano solo il 10% circa del cervello, mentre le cellule gliali occupano il resto e sono coinvolte nelle funzioni legate all'apprendimento.

Come già accennato, questo neuromitismo è stato assunto come vero nella cultura popolare e alcune industrie lo hanno utilizzato per sostenere i loro prodotti o le loro idee. Un esempio è l'industria pubblicitaria, dove questo mito viene utilizzato per commercializzare prodotti attraverso campagne e annunci.

La realtà

Qual è la percentuale di cervello che utilizziamo realmente? Utilizziamo il 100% del nostro cervello, ma essendo un organo estremamente attivo, consuma il 20% dell'ossigeno che respiriamo e il 50% del glucosio dell'organismo.

Tuttavia, il cervello non attiva tutte le sue aree contemporaneamente, perché se lo facesse il dispendio energetico sarebbe così elevato da lasciarci senza energia per svolgere altre attività per un periodo di tempo prolungato.

C'è un'eccezione a questa regola. Grazie alla neuroimmagine, sappiamo che in alcuni momenti, ad esempio quando dormiamo, tutte le aree del cervello possono essere attive. Studi come la tomografia a emissione di positroni e la risonanza magnetica hanno dimostrato che anche durante il sonno il cervello non è inattivo. Tuttavia, quando lesioni o danni gravi colpiscono il cervello, alcune delle sue funzioni sono limitate, con un impatto sulla qualità della vita della persona.

Da quanto detto, possiamo evidenziare quanto segue:

  • Il cervello funziona come un'unità intera, non per piccole percentuali. Se vengono danneggiate aree importanti, il sistema nervoso ne risente e questo si ripercuote su una serie di funzioni.
  • Il cervello ha un'incredibile capacità di adattamento. Per esempio, se una parte specifica del cervello è gravemente danneggiata, i neuroni possono reindirizzarsi verso quell'area per compensare la perdita. Un esempio pratico è quello di una persona che perde l'udito in seguito a un incidente; in questo caso, il cervello potrebbe migliorare altre capacità, come la vista, rendendo più facile per la persona sviluppare la capacità di leggere le labbra con maggiore precisione.

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